Che cosa separa un giocatore di poker mediocre da un grande pokerista? E che cosa separa una persona che fa carriera da una che resta al palo? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Di Leo, esperto cacciatore di teste di Milano, e ad alcuni giocatori professionisti di poker. Le loro risposte ti stupiranno: alcune delle qualità che fanno vincere un giocatore di poker sono molto simili a quelle che ti servono per far carriera.
5. I “people skills”
Di Leo non ha dubbi: nel lavoro chi non ha i “people skills” non va avanti. Ciò significa che fa carriera chi è estroverso e ha ottime capacità di fare network, coltivare legami tra persone e trovare consenso. Sai perché? Non si fa mai carriera da soli, ma sempre con il supporto di altri.
Strano a dirsi, ma i “people skills” contano anche nel poker. Lo statunitense Andrew Robl, giocatore professionista di poker, ha scritto che avere una buona rete di relazioni con giocatori, appassionati ed esperti è decisivo per diventare pokeristi di successo perché consente di assistere alle migliori partite e di avere scambi di opinioni.
4. La resilienza
Difficile far carriera se non hai resilienza, ovvero la capacità di riprenderti dopo una crisi, di far fronte a un evento negativo, di riorganizzare la tua vita dopo che ti è caduta la spada di Damocle sulla testa. Lo statunitense Doug Polk, giocatore professionista di poker, ritiene che tra le qualità essenziali a un grande pokerista ci sia la capacità di gestire le sconfitte e di continuare a giocare al meglio anche quando ti ritrovi una mano, come capita a volte nella vita, di carte pessime.
3. Pianificazione, strategia e metodo
Il singolo colpo di fortuna aiuta sempre, al lavoro come al poker, ma il vantaggio che comporta si brucia in un momento: la fortuna da sola non basta. Tutti i pokeristi esperti sottolineano che si diventa campioni non per caso, ma grazie a un approccio strategico a medio e lungo termine, sostenuto da una notevole disciplina. Allo stesso modo, non si fa carriera per caso: ci vogliono pianificazione, programmazione, metodo, autoconsapevolezza e flessibilità nell’adattarsi alle situazioni. Ci vuole anche molta disciplina perché non devi mai perdere di vista chi sei, che cosa vuoi, quanto vali, che limiti hai, chi sono i tuoi alleati e i tuoi avversari.
2. Intelligenza e voglia di imparare
Per far carriera è importante rimanere vigili, capire i trend di mercato e i megatrend, le tendenze di sviluppo che hanno un impatto sull'andamento di economia, società e cultura; è essenziale, inoltre, informarsi e saper intuire i mercati o i prodotti emergenti. E poi, nel lavoro per chi non si aggiorna è finita. Anche nel poker non si dovrebbe mai smettere d’imparare. Non importa quante ore tu abbia giocato e quanta esperienza tu abbia accumulato: devi continuare ad analizzare e imparare con pazienza, umiltà e ogni mezzo, dai libri alle videolezioni, dai tutorial alle discussioni e agli stage.
1. La capacità di uscire dalla "comfort zone"
Non fa carriera chi ama il quieto vivere, non sa rischiare, non vuole esporsi, detesta innovare e innovarsi, in una parola chi non vuole uscire dalla propria “comfort zone”, la dimensione di vita che ci mette a contatto solo con persone, cose, ambienti, situazioni familiari. Chi non vuole uscire da questa sorta di zona protetta ha un innegabile vantaggio, quello di proteggersi da ansia, stress e paura. Paga però un prezzo salato: non cresce in termini personali e professionali. La stessa cosa accade nel poker. Andrew Robl sostiene che per essere un grande giocatore bisogna saper azzardare, non solo durante la partita: bisogna essere pronti ad affrontare giocatori migliori, bisogna alzare la posta in gioco. Arrivati a un certo livello, questo è il solo modo per continuare a migliorare.
Morale della favola
L'avrai già intuita: giocare a poker ti aiuta ad affinare molte delle abilità che ti servono nella vita per avere successo. Ti insegna a vincere senza presunzione e ad avere fiducia in te stesso anche quando perdi. Ti sembra poco?