Stu Ungar
Forse il più grande talento del poker, è l'unico ad aver vinto tre volte il Main Event delle World Series Of Poker. Dotato di una strepitosa mente matematica, da adolescente si dedicò al ramino con ottimi risultati, battendo i più forti giocatori dell'epoca.
Non trovando più avversari passò al poker, dove la sua abilità continuò a fargli vincere tanti soldi, che poi però perdeva alle scommesse sportive. Il suo grande ego e il modo di fare irrispettoso lo resero inviso a molti, e anche pieno di debiti che difficilmente riuscì a onorare.
Nel 1980 gli fu offerta l'iscrizione alle WSOP di Las Vegas, anche per dargli l'opportunità di ripagare i suoi creditori, e a soli 27 anni divenne il più giovane vincitore del Main Event, battendo la leggenda Doyle Brunson. Bissò incredibilmente il risultato l'anno seguente, e perciò decise di allontanarsi da New York per trasferirsi a Sin City.
Purtroppo nella "città del peccato" iniziò a praticare uno stile di vita dedito ad alcol e cocaina, fatto che influì pesantemente sulle sue performance ai tavoli e sulle sue finanze. Si dice che in carriera abbia vinto più di 30 milioni di dollari ma alla sua morte, a soli 47 anni, non lasciò alcun avere. A lui è dedicato un bellissimo film del 2003, "High Roller: The Stu Ungar Story".
Dalla sua vita da giocatore possiamo imparare che una volta seduti al tavolo bisogna mettere l'ego da parte e non rincorrere la vittoria a tutti i costi. Inoltre è bene evitare di puntare troppo nei giochi in cui non si è bravi; infatti per Stu le scommesse furono una grande sciagura.
Scotty Nguyen
Un'altra leggenda del poker che iniziò a bazzicare i tornei underground da giovanissimo. Scappato dal Vietnam per fuggire alla guerra ed espulso dalla scuola per essere stato pizzicato a giocare a poker, arrivò in California dove trovò lavoro in un ristorante.
Nel 1983 decise di lasciare il lavoro da lavapiatti e puntare i suoi ultimi 270$ nelle bische di poker, in cui nel giro di 11 giorni accumulò oltre 100 mila dollari. Con quei soldi si comprò dei bei vestiti e iniziò a frequentare i giochi da casinò, e da lì a poco il suo bankroll superò il milione di dollari.
Da sguattero di cucina a milionario nel giro di sei mesi! La sua fama lo portò a Las Vegas dove viveva nei resort di lusso, guidava auto sportive e vinceva dai 50 mila ai 900 mila dollari ogni sera. Purtroppo, anche per lui l'abuso di cocaina e alcol prese il sopravvento, facendolo incappare in una lunga serie negativa che mandò il suo milione in fumo.
Nel 1997 vinse il suo primo braccialetto alle WSOP, e 150 mila dollari di premio, ma finì per perdere tutto al casinò. L'anno seguente riuscì a racimolare i soldi per partecipare a un torneo satellite che lo qualificò per il Main Event, dove poi vinse il tavolo finale da un milione di dollari.
Il giorno seguente morì suo fratello, e fu uno shock tale da fargli cambiare stile di vita: smise con la droga e si dedicò con professionalità al poker. Nel 2006 riuscì finalmente (dopo aver partecipato a diversi tavoli finali) a vincere al World Poker Tour, con un premio di quasi un milione di dollari.
Nel 2007 arrivò secondo alle WSOP giocando al 7Card Stud, disciplina poco amata da lui; nel 2008 arrivò la sua vittoria più ricca: quasi due milioni di dollari all'evento $50,000 H.O.R.S.E. delle WSOP, anche se Scotty era visibilmente ubriaco e fu particolarmente molesto al tavolo finale. In carriera ha vinto cinque braccialetti WSOP, un Main Event al WPT e raccolto vincite ufficiali per oltre 12,5 milioni di dollari.
Di Scotty c'è da ammirare la capacità di ritornare in carreggiata dopo i momenti più bui. Del suo gioco, sicuramente l'abilità nello "slow play", ossia non spingere troppo quando si ha una mano forte per invogliare gli avversari a rilanciare. Memorabile la trappola preparata a Kevin McBride nella mano finale del Main Event alle WSOP del 1998.